Grande non sempre è meglio
“Ci siamo affidati a loro perché sono una agenzia grande, si sono venduti bene. Non abbiamo avuto nulla di quanto ci era stato promesso. Ora stiamo facendo da soli.”
Questa è l’amara conclusione di una piccola artigiana a cui nel 2021 avevo fatto una quotazione per un percorso di accompagnamento iniziale della sua attività appena nata. Non è la prima volta che ascolto queste storie.
Conoscevo A. da molti anni. Avevo acquistato prodotti fatti da lei per occasioni speciali. In quel periodo stava iniziando un nuovo progetto imprenditoriale e mi contattò per avere un progetto di comunicazione.
Si trattava di costruire la sua identità visiva, far capire il suo lavoro, il suo approccio, i dettagli che rendono i suoi prodotti totalmente unici perché fatti su misura, creare un racconto graduale, non solo del prodotto bensì anche di lei come persona.
Avevo previsto due strumenti di base: un sito web che avesse il design di un laboratorio creativo, accogliente, in cui entrare con lentezza, godendosi il tocco di ogni dettaglio. E un paio di canali social in cui raccontare la vita quotidiana del laboratorio, la ricerca dei materiali, le nuove idee, le richieste dei clienti (il punto di partenza di ogni lavoro) e il percorso paziente e meticoloso verso il prodotto finito.
Lei ha scelto di procedere con una agenzia. Pensava che una realtà più strutturata le avrebbe offerto maggiori garanzie di riuscita e un migliore supporto strategico e creativo.
Purtroppo, le cose non vanno come aveva previsto e il rapporto si interrompe con alcuni strascichi: dominio intestato all’agenzia e non all’azienda, credenziali profili social attive anche dopo la fine della collaborazione. Dettagli che un cliente non conosce e non considera se non quando si trova nei guai e i suoi strumenti di comunicazione sono in mano ad altri, indisponibili.
Con la seconda agenzia non va meglio: un costo altissimo a fronte di tante mancanze e di nessun risultato tangibile effettivo.
Impara a guidare la 500 prima di passare alla Ferrari
Tutti quanti vorremmo guidare una Ferrari. Ma se fino ad oggi abbiamo guidato una 500, la conosciamo, sappiamo come reagisce quando freniamo, ne conosciamo i difetti, guidare una Ferrari ci metterà in difficoltà. Perché?
Perché non è adatta a noi! Non sappiamo come gestirla, avremo paura di andare a sbattere ad ogni curva, non sapremo leggere le indicazioni del cruscotto perché le icone sono diverse da quelle che conosciamo e non abbiamo nessuno che ci indichi cosa fare in caso di pericolo.
Ci manca la formazione, la conoscenza, l’esperienza del mezzo. Tutte cose che un professionista impiega anni a costruire. Per questo lo scegliete e lo pagate.
Spesso mi sono ritrovata con clienti che, dopo aver avuto esperienze simili, hanno fatto fatica a fidarsi di qualunque professionista della comunicazione li abbia accompagnati, scottati e sfiduciati.
Recuperare la loro fiducia è stata un’impresa ardua, fatta di piccoli passi, di tanto lavoro a quattro mani perché non si sentissero abbandonati a sé stessi e avessero ben chiaro l’obiettivo e il valore di ciò che stavamo facendo.
Nel frattempo i soldi (davvero tanti) di questa imprenditrice sono stati spesi, senza ottenere nessun risultato.
Abbiamo ripreso i contatti e spero che ci siano in futuro gli spazi per una collaborazione pensata e mirata, adeguata alla sua dimensione, adatta ai suoi ritmi, coerente con i suoi valori e con l’etica del suo lavoro.
La vostra comunicazione è uno strumento nelle vostre mani, sappiate scegliere ciò che potete usare e maneggiare in modo facile e utile, altrimenti non vi serve.
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