La regola del pesce rosso
La regola del pesce rosso. La cito sempre a tutti coloro che frequentano i miei corsi di scrittura per i social. Gli otto secondi che servono per attrarre l’attenzione.
Questa mattina, in una pausa di scrittura, mi ha attirato un post di Annamaria Anelli sulla scrittura chiara e inclusiva.
Mi ha fatto riflettere sulla quotidiana utilità del nostro lavoro e su ciò che viene prima ancora di prendere una penna in mano: il pensiero, rivolto a chi dovrà leggere, possibilmente molti, perché dire tutti sarebbe presuntuoso.
Gli anglosassoni usano una espressione: crystal clear, cristallino, indicando un concetto, una frase o una idea che è comprensibile nella sua immediata chiarezza.
La scrittura non deve abbandonare nessuno per strada, include, accoglie, accompagna. Per questo deve essere naturale, un pò come la voce (ho preso a prestito un concetto di un ambito a me caro, il podcast).
Loro, le persone che leggeranno ciò che scriviamo, non sono entità astratte. Non c’è mai un LORO distinto e separato dal NOI.
Perchè se il lettore “non intende un testo, la colpa è dell’autore, non sua”. Mi sono permessa di prendere a prestito questa frase che Primo Levi ha scritto nel suo libro, L’Altrui Pensiero.
La parola porta sempre con sé un pensiero dedicato a chi legge e un obiettivo che deve essere ben chiaro. Perchè le persone, quelle a cui chiediamo tempo e risorse, fosse anche per un solo like, sono il valore della vostra azienda.
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